La ricerca di una minore invasività, con cicatrici non visibili, ha permesso di modificare l'approccio chirurgico tradizionale al “face lift” e di ottenere una più armoniosa e naturale volumetria delle strutture anatomiche del viso con tempi di recupero più rapidi, senza rinunciare alle caratteristiche di durata nel tempo che un buon intervento deve comunque assicurare.
Fra tutti gli interventi atti a correggere le peculiari caratteristiche della senescenza, il lifting cervico-facciale è senza dubbio quello eseguito più di frequente. Il termine anglosassone "lifting" indica l'innalzamento chirurgico dei tessuti rilassati allo scopo di produrre un effetto di ringiovanimento. Non esiste un’età ideale alla quale sottoporsi a questo tipo di intervento, variando il processo di invecchiamento da soggetto a soggetto. La maggiore richiesta va dai 40 ai 60 anni, considerando che prima si esegue e più tardi si noteranno i segni dell'invecchiamento e meno invasivo sarà l'intervento, notando meno la differenza rispetto alla condizione pre-operatoria.
La visita preliminare è fondamentale per valutare l'indicazione all'intervento che può interessare tutto il volto e il collo (face-lift cervico-facciale) oppure solo alcuni distretti come la regione temporo-frontale, la regione orbito-palpebrale, l'arco mandibolare o le prominenze zigomatiche (profiloplastica), le cui modificazioni estetiche incidono in maniera significativa sull'equilibrio strutturale del viso. Per rendere più duraturi i risultati ottenuti è importante distendere l'epidermide rimettendo in tensione i muscoli mimici e rimuovere il grasso in eccesso.
L'operazione, che può richiedere un giorno di ricovero o effettuarsi in regime di Day Hospital, a seconda della sua entità, viene eseguita in neuroleptoanalgesia, con il supporto anestesiologico di una sedazione più o meno profonda che consente al paziente di non avvertire alcuna sensazione di fastidio o di dolore intraoperatorio. Alla fine dell'intervento, viene applicato un bendaggio elasto-compressivo, che dovrà essere mantenuto per quattro - cinque giorni. Le ecchimosi, che solitamente tendono a scomparire nell'arco di una settimana e che sono facilmente occultabili con un camouflage makeup, in genere sono localizzate nell'area immediatamente sottostante agli occhi ed ai lati del collo.
La completa normalizzazione dell'aspetto del viso si raggiunge nell'arco di due settimane. Viene consigliato riposo per due o tre giorni dopo l'intervento. Utile sarebbe prevedere una settimana di assenza dal lavoro e dalle attività sociali. Dopo la terza settimana è possibile riprendere lo sport.
Il lifting endoscopico è da anni una tecnica mininvasiva per correggere i segni lasciati sul viso dal trascorre degli anni: rughe, scivolamenti dei muscoli verso il basso, perdita dei volumi. Il lifting con piccole cicatrici viene dall’America dove da molto tempo l’endoscopia trova impiego anche in chirurgia plastica-estetica. La sua principale indicazione si ha nella distensione delle rughe orizzontali della fronte e dell’arcata sopracciliare e nella correzione delle rughe verticali intersopracciliari o glabellari. Può essere eseguito isolatamente o in associazione al face lift. Generalmente prevede una anestesia locale con sedazione per consentire una precoce dimissione del paziente dopo l’intervento. Il periodo post-operatorio è generalmente ben tollerato, in quanto non crea particolari disagi. Dopo 5 giorni vengono rimossi ambulatorialmente i punti di sutura.
Oggi, dopo continui miglioramenti della tecnica, il lifting endoscopico ha esteso i propri risultati al terzo medio del volto, arrivando a trattare anche zigomi e guance, finora esclusi da questo tipo di operazione. La tecnica prevede due incisioni di 3 cm per lato, praticate nel cuoio capelluto, attraverso le quali vengono inseriti gli appositi strumenti endoscopici e la sonda endoscopica, uno strumento di dimensioni ridottissime con una sorgente a fibre ottiche collegato a una videocamera che permette al chirurgo di visualizzare nel monitor la zona da trattare ingrandita e dettagliata. L’intervento consiste nello scollamento dei tessuti da sollevare dal muscolo sottostante e nel loro riposizionamento con speciali fili di trazione, chiamati suture endoscopiche. L’eventuale cute in eccesso non viene rimossa, ma riposizionata e fissata con alcuni punti di sutura in corrispondenza delle incisioni, evitando così eccessive trazioni alla fronte e cambio di espressività al volto. Un vantaggio non secondario di questa tecnica è quello di potere negli anni successivi rimettere in tensione i tessuti scesi con il trascorrere del tempo senza ricorrere ad un nuovo intervento, ma solo attraverso le vecchie cicatrici, ambulatorialmente. L’operazione si esegue in Day Hospital in anestesia locale e sedazione, con tempi operatori ridotti e un veloce recupero post-operatorio.
Un’altra tipologia di lifting settoriale è data dal lifting del collo, che mira alla rimessa in tensione dei muscoli del collo. Nei pazienti con evidente accumulo adiposo a livello di collo e regione mentoniera (il cosiddetto “doppio mento”), il lifting viene associato alla liposuzione, che consente l’eliminazione radicale dell’adipe in eccesso; l’associazione delle due metodiche permette di stendere nuovamente la cute in maniera del tutto omogenea e di ridare al profilo una rinnovata armonia. Le cicatrici, nascoste tra i capelli, sono limitate al solco retroauricolare e alla nuca. Solo in casi in cui la cute da distendere sia abbondante, la cicatrice può estendersi per uno o due centimetri al margine anteriore del lobo dell’orecchio. Se necessario è anche possibile associare il lifting endoscopico per ottenere un effetto completo di ringiovanimento del volto.
Mediante il MACS Liftdelle guance è possibile risollevare la bolla del Bichat, distendere le guance, ridare volume agli zigomi e spianare le pliche naso-labiali. Le incisioni cutanee, e quindi le cicatrici, sono più corte di quelle del classico lifting facciale, senza la parte retroauricolare e l’area di scollamento è minore.
Quest’intervento, trova la sua indicazione nel paziente con segni d’invecchiamento limitati al terzo medio del viso, perdita del profilo mandibolare e con segni di perdita di elasticita’ cutanea, nei quali non sia possibile effettuare il lifting endoscopico per eccesso di cute. Il decorso post-operatorio è più breve e meno traumatico del face-lift completo, rispondendo perfettamente alle necessità di un rapido ritorno al sociale e alle attività lavorative.ssere accuratamente evitata l'esposizione al sole per almeno due mesi.